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    7 domande dopo il 15 ottobre

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    Messaggio  Octopus Lun Ott 17, 2011 3:16 pm

    Vi propongo queste domande, che ho postato sul mio blog personale:

    Invece di continuare a perder tempo a prendere le distanze dai "violenti", a condannare gli scontri "senza se e senza ma", bisognerebbe cercare di dar risposte ad alcune domande.
    Mentre tutti, da destra a sinistra, da Il Giornale a Repubblica, condannano gli scontri in nome del più becero buonismo, senza minimamente cercare di COMPRENDERE (non giustificare, ma comprendere) le ragioni che spingono migliaia di persone a scendere in piazza e occupare, caricare, sfondare, contrastare le forze dell'ordine... noi, che a questo gioco non vogliamo partecipare, ci poniamo alcune domande. Consapevoli che a queste domande, la politica istituzionale, sempre più serva del Sistema, non può e non sa dare risposte:
    1) Come mai la manifestazione di Roma è stata la più partecipata d'Europa?
    2) Come mai la manifestazione di Roma è stata l'unica in cui si sono verificati scontri di questa intensità?
    3) Tra questi Black bloc e quelli di Genova 2001 ci sono o meno differenze, anche organizzative e simboliche?
    4) Cosa ha fatto la Politica, da Genova 2001 ad oggi, per togliere "manodopera" ai black bloc, e ai "violenti" in generale?
    5) Se non vi fossero stati gli scontri, si sarebbe parlato così tanto della manifestazione?
    6) E' ancora valido l'aforisma "bene o male, purchè se ne parli"?
    7) Il 15 ottobre è stato l'apice di un movimento che adesso perderà mordente, o sarà l'inizio di un nuovo percorso politico e di lotta?

    Dato che i partiti istituzionali e i principali media non si pongono queste domande, probabilmente dobbiamo provare a dare noi risposte.


    Mi interessa sapere la vostra opinione.
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    Messaggio  Italicvs Mar Ott 18, 2011 9:25 am

    Octopus ha scritto:Vi propongo queste domande, che ho postato sul mio blog personale:

    Invece di continuare a perder tempo a prendere le distanze dai "violenti", a condannare gli scontri "senza se e senza ma", bisognerebbe cercare di dar risposte ad alcune domande.
    Mentre tutti, da destra a sinistra, da Il Giornale a Repubblica, condannano gli scontri in nome del più becero buonismo, senza minimamente cercare di COMPRENDERE (non giustificare, ma comprendere) le ragioni che spingono migliaia di persone a scendere in piazza e occupare, caricare, sfondare, contrastare le forze dell'ordine... noi, che a questo gioco non vogliamo partecipare, ci poniamo alcune domande. Consapevoli che a queste domande, la politica istituzionale, sempre più serva del Sistema, non può e non sa dare risposte:
    1) Come mai la manifestazione di Roma è stata la più partecipata d'Europa?
    2) Come mai la manifestazione di Roma è stata l'unica in cui si sono verificati scontri di questa intensità?
    3) Tra questi Black bloc e quelli di Genova 2001 ci sono o meno differenze, anche organizzative e simboliche?
    4) Cosa ha fatto la Politica, da Genova 2001 ad oggi, per togliere "manodopera" ai black bloc, e ai "violenti" in generale?
    5) Se non vi fossero stati gli scontri, si sarebbe parlato così tanto della manifestazione?
    6) E' ancora valido l'aforisma "bene o male, purchè se ne parli"?
    7) Il 15 ottobre è stato l'apice di un movimento che adesso perderà mordente, o sarà l'inizio di un nuovo percorso politico e di lotta?

    Dato che i partiti istituzionali e i principali media non si pongono queste domande, probabilmente dobbiamo provare a dare noi risposte.


    Mi interessa sapere la vostra opinione.
    La violenza nelle manifestazioni (se non si riescono a raggiungere obiettivi in modo pacifico) non solo è sacrosanta ma addirittura necessaria e per violenza intendo anche quella più estrema. Fatta questa premessa ti dico subito che questa violenza va usata contro i veri obiettivi e non dev'essere semplice vandalismo fine a se stesso. Quello che ho notato in questa manifestazione è stato l'assalto e la devastazione, fatta dai black block, di piccoli esercizi commerciali ed auto invece banche, appartamenti di politici e lo stesso Montecitorio non sono stati nemmeno sfiorati. Ora dico: i piccoli negozi e le auto sono forse responsabili della crsi? Non credo. Chi ripagherà le auto date alle fiamme (auto magari di qualche poveraccio comprate a rate), chi ripagherà i negozi (attività ormai ridotta a rotoli)? Personalmente in quello che è successo ci vedo il metodo di "kossighiana" memoria usato per far fallire le manifestazioni.
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    Messaggio  Octopus Mar Ott 18, 2011 1:50 pm

    Italicvs ha scritto:
    Octopus ha scritto:Vi propongo queste domande, che ho postato sul mio blog personale:

    Invece di continuare a perder tempo a prendere le distanze dai "violenti", a condannare gli scontri "senza se e senza ma", bisognerebbe cercare di dar risposte ad alcune domande.
    Mentre tutti, da destra a sinistra, da Il Giornale a Repubblica, condannano gli scontri in nome del più becero buonismo, senza minimamente cercare di COMPRENDERE (non giustificare, ma comprendere) le ragioni che spingono migliaia di persone a scendere in piazza e occupare, caricare, sfondare, contrastare le forze dell'ordine... noi, che a questo gioco non vogliamo partecipare, ci poniamo alcune domande. Consapevoli che a queste domande, la politica istituzionale, sempre più serva del Sistema, non può e non sa dare risposte:
    1) Come mai la manifestazione di Roma è stata la più partecipata d'Europa?
    2) Come mai la manifestazione di Roma è stata l'unica in cui si sono verificati scontri di questa intensità?
    3) Tra questi Black bloc e quelli di Genova 2001 ci sono o meno differenze, anche organizzative e simboliche?
    4) Cosa ha fatto la Politica, da Genova 2001 ad oggi, per togliere "manodopera" ai black bloc, e ai "violenti" in generale?
    5) Se non vi fossero stati gli scontri, si sarebbe parlato così tanto della manifestazione?
    6) E' ancora valido l'aforisma "bene o male, purchè se ne parli"?
    7) Il 15 ottobre è stato l'apice di un movimento che adesso perderà mordente, o sarà l'inizio di un nuovo percorso politico e di lotta?

    Dato che i partiti istituzionali e i principali media non si pongono queste domande, probabilmente dobbiamo provare a dare noi risposte.


    Mi interessa sapere la vostra opinione.
    La violenza nelle manifestazioni (se non si riescono a raggiungere obiettivi in modo pacifico) non solo è sacrosanta ma addirittura necessaria e per violenza intendo anche quella più estrema. Fatta questa premessa ti dico subito che questa violenza va usata contro i veri obiettivi e non dev'essere semplice vandalismo fine a se stesso. Quello che ho notato in questa manifestazione è stato l'assalto e la devastazione, fatta dai black block, di piccoli esercizi commerciali ed auto invece banche, appartamenti di politici e lo stesso Montecitorio non sono stati nemmeno sfiorati. Ora dico: i piccoli negozi e le auto sono forse responsabili della crsi? Non credo. Chi ripagherà le auto date alle fiamme (auto magari di qualche poveraccio comprate a rate), chi ripagherà i negozi (attività ormai ridotta a rotoli)? Personalmente in quello che è successo ci vedo il metodo di "kossighiana" memoria usato per far fallire le manifestazioni.

    Hai ragione. L'azione simbolica (bruciare un Q7 o assaltare un Mc Donald's, per esempio), l'estetica del gesto, rischia spesso di essere fine a se stessa. Però non so sinceramente cosa rispondere a chi mi dice: "Se non ci fossero stati gli scontri, ci sarebbero stati speciali sul Tg1, una intera puntata di Porta a Porta, servizi su tutti i media nazionali e internazionali? Oppure la luce dei riflettori si sarebbe spenta, dopo il buonista elogio della manifestazione partecipata e colorata?". Non so cosa rispondere a chi obietta questo, io che preferisco strumenti di lotta di disobbedienza civile (presidi, occupazioni di strade, ecc...) ad atti di vandalismo.
    E poi, la domanda delle domande: la Politica cosa ha fatto e cosa fa per togliere manodopera a queste frange estremiste? Nulla, assolutamente nulla.
    Quindi non mi sorprendo, e cerco di capire (non giustificare, ma capire) cosa spinge centinaia di persone a sfasciare tutto.

    Poi: ci possono essere gli infiltrati, i provocatori, ecc... Ci sono sempre stati. Però metto in preventivo che non siano tutti infilitrati.
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    Messaggio  Italicvs Mer Ott 19, 2011 11:23 am

    Caro Octopus il problema sicuramente è molto complesso e attualmente ho solo una risposta: cercare di convogliare questa violenza in azioni utili che possano cambiare la tragica realtà della crisi economica e se ci rinchiudiamo nel moralismo borghese poliziesco repressivo da una parte e nella violenza nichilista fine a se stessa dall'altra non andremo da nessuna parte. Perciò: sì alla violenza ma con intelligenza e no al pacifismo della sinistra radicale. Tengo tuttavia a precisare che la violenza dev'essere "l'ultima spiaggia" e quindi usata solo se non si ottengono risposte in modo democratico.
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    Messaggio  Octopus Mer Ott 19, 2011 12:24 pm

    Italicvs ha scritto:Caro Octopus il problema sicuramente è molto complesso e attualmente ho solo una risposta: cercare di convogliare questa violenza in azioni utili che possano cambiare la tragica realtà della crisi economica e se ci rinchiudiamo nel moralismo borghese poliziesco repressivo da una parte e nella violenza nichilista fine a se stessa dall'altra non andremo da nessuna parte. Perciò: sì alla violenza ma con intelligenza e no al pacifismo della sinistra radicale. Tengo tuttavia a precisare che la violenza dev'essere "l'ultima spiaggia" e quindi usata solo se non si ottengono risposte in modo democratico.

    Concordo totalmente.
    Bisogna uscire da questa dicotomia violenza nichilistica/perbenismo liberaldemocratico.
    La violenza deve essere l'ultima arma da utilizzare quando tutte le altre armi sono fallite.
    Per esempio: in val di susa e terzigno non si poteva far altro che quello, sabato in piazza si poteva invece far altro.

    Quando dicevo "non giustificare, ma comprendere", mi riferivo esattamente a quello che hai detto tu.
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    Messaggio  Antagonista Gio Ott 20, 2011 7:41 pm

    Italicvs ha scritto:Caro Octopus il problema sicuramente è molto complesso e attualmente ho solo una risposta: cercare di convogliare questa violenza in azioni utili che possano cambiare la tragica realtà della crisi economica e se ci rinchiudiamo nel moralismo borghese poliziesco repressivo da una parte e nella violenza nichilista fine a se stessa dall'altra non andremo da nessuna parte. Perciò: sì alla violenza ma con intelligenza e no al pacifismo della sinistra radicale. Tengo tuttavia a precisare che la violenza dev'essere "l'ultima spiaggia" e quindi usata solo se non si ottengono risposte in modo democratico.
    Quello che conta è non demonizzare la violenza e non aver paura di usarla. Mi fanno ridere quelli che sperano di cambiare il mondo con le bandiere della pace, mettiamoci in testa che il mondo è cattivo costituito nella maggioranza di casi da persone che vogliono sopraffarti e per non essere travolti da questa cattiveria dobbiamo saperci difendere.
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    Messaggio  Octopus Gio Ott 20, 2011 8:03 pm

    Antagonista ha scritto:
    Italicvs ha scritto:Caro Octopus il problema sicuramente è molto complesso e attualmente ho solo una risposta: cercare di convogliare questa violenza in azioni utili che possano cambiare la tragica realtà della crisi economica e se ci rinchiudiamo nel moralismo borghese poliziesco repressivo da una parte e nella violenza nichilista fine a se stessa dall'altra non andremo da nessuna parte. Perciò: sì alla violenza ma con intelligenza e no al pacifismo della sinistra radicale. Tengo tuttavia a precisare che la violenza dev'essere "l'ultima spiaggia" e quindi usata solo se non si ottengono risposte in modo democratico.
    Quello che conta è non demonizzare la violenza e non aver paura di usarla. Mi fanno ridere quelli che sperano di cambiare il mondo con le bandiere della pace, mettiamoci in testa che il mondo è cattivo costituito nella maggioranza di casi da persone che vogliono sopraffarti e per non essere travolti da questa cattiveria dobbiamo saperci difendere.

    Concordo.
    Credo però che molta di questa "violenza" sia più frutto di uno spontaneismo talvolta nichilista invece che conseguenza di una organizzazione che si propone di realizzare una Opposizione sociale al Sistema.
    Forse è proprio questa organizzazione politica che manca.
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    Messaggio  justicialista Gio Ott 20, 2011 8:39 pm

    Andrò contro tendenza. Se una forma di rivolta "strutturata" (NON parlo di rivoluzione per motivi abbastanza evidenti) deve prender forma e concretizzarsi in piazza , ebbene, essa dovrà chiarire in via preliminare alcuni punti FONDAMENTALI. Intendo punti teorici e strategici ben definiti. Punti fermi per i quali mobilitarsi e combattere. La "rivolta", infatti, dovrà essere supportata da un organismo compatto e coeso (sia esso movimento o partito) ma dovrà anche riscontrare un FORTE e radicato CONSENSO POPOLARE. La protesta contro lo strapotere delle banche era e rimane sacrosanta! Meglio un gruppo di giovani "confusi" in piazza o un'intera generazione di fronte alla playstation? Io preferisco la prima opzione. Eppure mi chiedo: quali proposte REALI i manifestanti aveano in mente? Gli anarchici, senz'altro, quella di distruggere "ipso facto" le banche. I marxisti, di varia estrazione e tendenza, quella di nazionalizzarle e di spingere affinché si diffondesse un convincimento di questo tipo. Altri gruppi, cattolici o ambientalisti, ancora non si sa. Quale movimento o partito STRUTTURATO ha sostenuto questa rivolta? Nessuno. C'era radicamento tra le masse popolari? In parte ma, ad un certo punto, è mancato. E' mancato quando gli anarchici insurezzionalisti , o presunti tali, hanno cominciato a crear danni a non finire. Parliamoci chiaro: a nessuno scendono le lacrime se qualche d'uno lancia ortaggi o altro contro una filiale di Goldman & Sachs o contro le ben note "agenzie interinali". A qualcun'altro , invece, girano irrimediabilmente i coglioni se i cassonetti vengono bruciati o se le auto dei COMUNI CITTADINI vengono saccheggiate. In un contesto di rivolta "strutturata" queste sarebbero "inezie". Ma simili gesti "spontaneisti", come al solito, attirano 1) la repressione polizesca 2) l'ostilità dei media e, cosa più importante, dell'opinione pubblica su tutti i manifestanti.

    Ripeto e ribadisco: all'interno di un processo di "ribellione reale e strutturata" o , abisso degli abssi, di percorso rivoluzionario, ebbene, QUESTE SAREBBERO INEZIE! Ma, fino a prova contraria, non ci troviamo al cospetto di simili dinamiche. Meglio allora manifestare pacificamente. Urlando la propria rabbia e tenendo la testa ben alta. Ma pur sempre all'interno di quelli che sono i limiti della legalità borghese. Una legalità che forse non ci piace del tutto ma, senz'altro, una legalità che potrebbbe rivelarsi micidiale se sprovvisti dei tre requisiti citati a inizio post.

    So che molti la penseranno diversamente da me. Il mio, onde evitare equivoci, non è riformismo o gandhismo vendoliano. No, si tratta di realismo.
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    Messaggio  ULTIMA LEGIONE Ven Ott 21, 2011 9:45 pm

    Arrivati al punto in cui siamo e vi preannuncio che tra poche settimane ci arriverà sul groppone un patrimoniale che nemmeno sospettate, ritengo che la violenza sia l'unica soluzione. Le manifestazioni gioiose e pacifiche che tanto piacciono agli indignados non servono assolutamente a niente!
    Quando vi porteranno via i pochi risparmi che avete e vi abbasseranno gli stipendi perchè così vuogliono la BCE e il FMI mi darete ragione
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    Messaggio  Romanvs Sab Ott 22, 2011 9:02 pm

    Octopus ha scritto:Vi propongo queste domande, che ho postato sul mio blog personale:

    Invece di continuare a perder tempo a prendere le distanze dai "violenti", a condannare gli scontri "senza se e senza ma", bisognerebbe cercare di dar risposte ad alcune domande.
    Mentre tutti, da destra a sinistra, da Il Giornale a Repubblica, condannano gli scontri in nome del più becero buonismo, senza minimamente cercare di COMPRENDERE (non giustificare, ma comprendere) le ragioni che spingono migliaia di persone a scendere in piazza e occupare, caricare, sfondare, contrastare le forze dell'ordine... noi, che a questo gioco non vogliamo partecipare, ci poniamo alcune domande. Consapevoli che a queste domande, la politica istituzionale, sempre più serva del Sistema, non può e non sa dare risposte:
    1) Come mai la manifestazione di Roma è stata la più partecipata d'Europa?
    2) Come mai la manifestazione di Roma è stata l'unica in cui si sono verificati scontri di questa intensità?
    3) Tra questi Black bloc e quelli di Genova 2001 ci sono o meno differenze, anche organizzative e simboliche?
    4) Cosa ha fatto la Politica, da Genova 2001 ad oggi, per togliere "manodopera" ai black bloc, e ai "violenti" in generale?
    5) Se non vi fossero stati gli scontri, si sarebbe parlato così tanto della manifestazione?
    6) E' ancora valido l'aforisma "bene o male, purchè se ne parli"?
    7) Il 15 ottobre è stato l'apice di un movimento che adesso perderà mordente, o sarà l'inizio di un nuovo percorso politico e di lotta?

    Dato che i partiti istituzionali e i principali media non si pongono queste domande, probabilmente dobbiamo provare a dare noi risposte.


    Mi interessa sapere la vostra opinione.
    I black block sono i soliti sbirri servi del potere che con la loro azione non fanno altro che far inasprire le leggi repressive dello stato contro i reali antagonisti del sistema. Vorrei far presente comunque che questi "indignatos" (ieri new global) vorrebbero un mondo ancora più globalizzato degli attuali padroni d'oltreoceano quindi una concezione della realtà distante anni luce da posizioni Socialiste Nazionali.
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    Messaggio  Italicvs Dom Ott 23, 2011 7:16 pm

    Romanvs ha scritto:
    Octopus ha scritto:Vi propongo queste domande, che ho postato sul mio blog personale:

    Invece di continuare a perder tempo a prendere le distanze dai "violenti", a condannare gli scontri "senza se e senza ma", bisognerebbe cercare di dar risposte ad alcune domande.
    Mentre tutti, da destra a sinistra, da Il Giornale a Repubblica, condannano gli scontri in nome del più becero buonismo, senza minimamente cercare di COMPRENDERE (non giustificare, ma comprendere) le ragioni che spingono migliaia di persone a scendere in piazza e occupare, caricare, sfondare, contrastare le forze dell'ordine... noi, che a questo gioco non vogliamo partecipare, ci poniamo alcune domande. Consapevoli che a queste domande, la politica istituzionale, sempre più serva del Sistema, non può e non sa dare risposte:
    1) Come mai la manifestazione di Roma è stata la più partecipata d'Europa?
    2) Come mai la manifestazione di Roma è stata l'unica in cui si sono verificati scontri di questa intensità?
    3) Tra questi Black bloc e quelli di Genova 2001 ci sono o meno differenze, anche organizzative e simboliche?
    4) Cosa ha fatto la Politica, da Genova 2001 ad oggi, per togliere "manodopera" ai black bloc, e ai "violenti" in generale?
    5) Se non vi fossero stati gli scontri, si sarebbe parlato così tanto della manifestazione?
    6) E' ancora valido l'aforisma "bene o male, purchè se ne parli"?
    7) Il 15 ottobre è stato l'apice di un movimento che adesso perderà mordente, o sarà l'inizio di un nuovo percorso politico e di lotta?

    Dato che i partiti istituzionali e i principali media non si pongono queste domande, probabilmente dobbiamo provare a dare noi risposte.


    Mi interessa sapere la vostra opinione.
    Vorrei far presente comunque che questi "indignatos" (ieri new global) vorrebbero un mondo ancora più globalizzato degli attuali padroni d'oltreoceano quindi una concezione della realtà distante anni luce da posizioni Socialiste Nazionali.
    Quindi? Siccome sono di una parte politica avversa si preferisce lo status quo? Rolling Eyes Ma sei serio? scratch
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    Messaggio  Octopus Lun Ott 24, 2011 11:34 am

    justicialista ha scritto:Andrò contro tendenza. Se una forma di rivolta "strutturata" (NON parlo di rivoluzione per motivi abbastanza evidenti) deve prender forma e concretizzarsi in piazza , ebbene, essa dovrà chiarire in via preliminare alcuni punti FONDAMENTALI. Intendo punti teorici e strategici ben definiti. Punti fermi per i quali mobilitarsi e combattere. La "rivolta", infatti, dovrà essere supportata da un organismo compatto e coeso (sia esso movimento o partito) ma dovrà anche riscontrare un FORTE e radicato CONSENSO POPOLARE. La protesta contro lo strapotere delle banche era e rimane sacrosanta! Meglio un gruppo di giovani "confusi" in piazza o un'intera generazione di fronte alla playstation? Io preferisco la prima opzione. Eppure mi chiedo: quali proposte REALI i manifestanti aveano in mente? Gli anarchici, senz'altro, quella di distruggere "ipso facto" le banche. I marxisti, di varia estrazione e tendenza, quella di nazionalizzarle e di spingere affinché si diffondesse un convincimento di questo tipo. Altri gruppi, cattolici o ambientalisti, ancora non si sa. Quale movimento o partito STRUTTURATO ha sostenuto questa rivolta? Nessuno. C'era radicamento tra le masse popolari? In parte ma, ad un certo punto, è mancato. E' mancato quando gli anarchici insurezzionalisti , o presunti tali, hanno cominciato a crear danni a non finire. Parliamoci chiaro: a nessuno scendono le lacrime se qualche d'uno lancia ortaggi o altro contro una filiale di Goldman & Sachs o contro le ben note "agenzie interinali". A qualcun'altro , invece, girano irrimediabilmente i coglioni se i cassonetti vengono bruciati o se le auto dei COMUNI CITTADINI vengono saccheggiate. In un contesto di rivolta "strutturata" queste sarebbero "inezie". Ma simili gesti "spontaneisti", come al solito, attirano 1) la repressione polizesca 2) l'ostilità dei media e, cosa più importante, dell'opinione pubblica su tutti i manifestanti.

    Ripeto e ribadisco: all'interno di un processo di "ribellione reale e strutturata" o , abisso degli abssi, di percorso rivoluzionario, ebbene, QUESTE SAREBBERO INEZIE! Ma, fino a prova contraria, non ci troviamo al cospetto di simili dinamiche. Meglio allora manifestare pacificamente. Urlando la propria rabbia e tenendo la testa ben alta. Ma pur sempre all'interno di quelli che sono i limiti della legalità borghese. Una legalità che forse non ci piace del tutto ma, senz'altro, una legalità che potrebbbe rivelarsi micidiale se sprovvisti dei tre requisiti citati a inizio post.

    So che molti la penseranno diversamente da me. Il mio, onde evitare equivoci, non è riformismo o gandhismo vendoliano. No, si tratta di realismo.

    Complimenti per la tua analisi: lucidissima, a mio parere.
    Serve un movimento politico che entri in questa marmaglia e provi ad egemonizzarne (in senso gramsciano) almeno una parte, offrendo uno spazio di agibilità politica ai tanti che oggi non si riconoscono nei partiti esistenti (istituzionali e loro alleati attuali e futuri...). Anche l'attrattiva del sindacato (eccezion fatta per la Fiom e forse Cobas) è scemata. Non parlo nemmeno di Ferrando e Sinistra Critica, in cui nessuno ormai crede.
    E poi, credo che la prospettiva socialista e nazionale (sia Italiana, ma soprattutto Europea) sia assolutamente "accattivante" per buona parte dei manifestanti (non mi riferisco, ovviamente, al black bloc... ma ai tanti giovani neopoliticizzati che si stanno avvicinando alla politica tramite i c.d. indignati). L'età media è bassa, molti si avvicinano adesso, e non hanno molta fiducia nei partiti esistenti e negli schemi "classici" novecenteschi.

    La dicotomia Violenza/Non violenza si risolve, secondo me, con la Disobbedienza Civile Attiva: sit in, presidi, occupazioni di piazze e strade. Tutti fermi, con i cellulari e le videocamere pronte a dimostrare che, eventuali scontri, sono causati dalle forze dell'ordine che caricano o sgomberano. E invece di fare i "gandhiani vendoliani", si reagisce.
    Non resistenza passiva, ma resistenza attiva.

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